martedì 3 gennaio 2012

Sherlock Holmes: giochi di ombre

Ok, d'accordo, lo sherlock di Conan Doyle era un altro tipo di personaggio, riflessivo, deduttivo e poco movimentato.

Eppure.

Penso che se Conan Doyle fosse vissuto ai giorni nostri avrebbe creato un personaggio non molto dissimile da quello di questo film (e del precedente episodio) di Guy Ritchie.

Mi spiego meglio.

L'attenzione ai più piccoli dettagli, la capacita deduttiva (o forse induttiva) di ricavare da un odore l'identità di un malfattore, la curiosità, la sperimentazione, l'uso di droghe sono caratteristiche proprie sia dello sherlock originale sia di quello surrogato. La differenza sta nel fatto che il secondo è moderno, si esprime con linguaggio del film d'azione, quasi un 300 o un Matrix
.
Insomma un film in parte dissacrante, ma piacevole, godibile e moderno. Elementare.

Voto complessivo 7/10

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