Di Valentina Pattavina
Questo libro si lascia leggere in un paio d'ore lasciandoti una lieve soddisfazione per la piacevolezza con cui si legge (la prosa è lieve e scorrevole), ma anche un po' di amaro in bocca perché manca di unitarietà.
I personaggi sono pennellati senza che la loro psicologia venga mai fuori, a parte quella della protagonista che risulta anche un po’ antipatica. Non si capisce bene se sia un diario, un racconto intimista, un giallo, essendo un po’ dell’uno e un po’ dell’altro, ma mai effettivamente di un genere solo.
Orvieto stessa potrebbe anche essere Viterbo, Frosinone, Mantova o qualunque città diversa da Roma.
Peccato, perché secondo me qualche prospettiva futura questa autrice ce l’ha. Da tenere d’occhio, sperando in risultati migliori.
voto complessivo 6/10
link su anobii
mmm a me non è piaciuto e poi devi avere un fisicaccio per andare in bici a orvieto
RispondiEliminaconcordo sulla bici...
RispondiEliminaperò la sufficienza (niente di più del 6 però) gliela darei